CAPITOLO 16 - UN FRATELLO PERDUTO RITROVATO
Non avendo figli, avevo molto tempo libero dopo la partenza di mio marito, quindi visitai molti dei poveri e degli abbandonati, leggendo con loro le Scritture e parlando loro di Gesù, il Salvatore. Un giorno fui indirizzata dallo Spirito a visitare il Marine Hospital. Passando per uno dei rioni qualcuno mi chiamò con il mio nome da nubile. Andando verso la branda da cui proveniva la voce, vidi quello che mi sembrava uno scheletro umano. Guardando ho cominciai a vedere qualche somiglianza con la nostra famiglia e riconobbi mio fratello maggiore, che aveva lasciato la casa molti anni prima, quando ero piuttosto giovane. Non avendo sue notizie, lo avevamo pianto come morto. Con voce flebile mi raccontò della sua vita itinerante e marinara; "e ora, sorella", disse, "sto morendo".
Gli chiesi se era disposto a morire, se era pronto a stare davanti a Dio. "No, oh, no!" egli disse. L'ho incoraggai a pregare. Scosse la testa, dicendo: "Non posso pregare; il mio cuore è troppo duro e la mia mente oscura e confusa", e poi gridò, nell'agonia della sua anima: "Oh, quell'inferno terribile e ardente! Come posso scamparlo?"
Lo esortai a pregare e a credere che Gesù è morto per tutti. Pregai per lui e rimasi con lui il più possibile. Una mattina, quando andai a trovarlo, mi mostrarono i suoi resti senza vita nella casa dei morti. Questo è stato davvero un momento solenne per me.
Avevo poche speranze per mio fratello. Ma c'è un Sommo Sacerdote che vive sempre per intercedere per tutti, e confido che abbia prevalso. Il Signore è il giudice di tutta la terra, e tutte le anime sono nelle sue mani, e non lascerà il colpevole impunito, sebbene sia misericordioso e saggio. L'incredulità volontaria è un grande peccato e non passerà senza punizione. Dio giudica rettamente ed è il vendicatore per tutti i peccati. La giustizia è data a tutti, qui o nell'eternità. Gloria al Signore! Tutta la mia anima si unisce nel dire: Lodate il Signore!
Dio, con grande misericordia, mi restituì mio marito al sicuro, per il quale mi inchinai con grande gratitudine. George mi disse che la nave era un luogo poco adatto per servire il Signore e che sentiva solo imprecazioni tutto il tempo. Disse che a volte riuscì a trovare un posto dove pregare, e che, in un'occasione, il capitano gli si avvicinò di sorpresa, lo definì "uno sciocco" e gli disse di alzarsi e andare a lavorare. Nonostante tutto questo, mio marito partì per un secondo viaggio. Gloria al Signore che mi ha salvato da un brutto presentimento. Con gioia posso dire: "Tu sei presente dovunque Dio, sia fatta la tua volontà".
Durante l'anno in cui ero stata lontana da casa dei miei, erano arrivate le lettere dei miei genitori e amici, spesso riempiendomi di gioia e ringraziamento per le molte benedizioni e parole d'incoraggiamento che contenevano. Ma ora era arrivata una lettera che portava l'informazione che la mia famiglia stava per trasferirsi a Silver Lake, che era molto più lontano da me. Andai tremante dal mio Padre celeste, che mi diede subito grazia e forza.
CAPITOLO 17 - LA MIA CHIAMATA A PREDICARE IL VANGELO
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